venerdì 4 ottobre 2013

L'uomo è un albero

L’essere umano è come un albero. Questa semplice verità era ben nota
agli antichi popoli europei e si rifletteva nella religione, nella vita
comunitaria e nel lavoro.
Con il Neolitico avviene una svolta decisiva nella storia dell’uomo con
la nascita dell’agricoltura. Avviene un cambiamento radicale nel modo di
stare nel mondo e cambia anche la percezione dell’ambiente circostante.
A differenza delle altre specie animali, l’uomo ha una particolarità
specifica, egli non soltanto vive in un ambiente, ma lo abita. Abitare e
costruire sono due fondamentali componenti dell’essere umano e della sua
stessa ‘natura’.
I gruppi umani che da nomadi divennero stanziali iniziarono a sviluppare
un’organizzazione di tipo comunitario. Da un’economia di caccia e
raccolta si passò in modo naturale e spontaneo alla fondazione di
villaggi agricoli. Fondamentale a questo proposito è lo sviluppo delle
abilità creative umane. La capacità di progettare e costruire, tracciare
il perimetro ed erigere un’abitazione, costituiscono le basi
fondamentali dell’esistenza autentica dell’essere umano. Al di fuori
della vita comunitaria, al di fuori della compartecipazione attiva,
esiste solo l’individualismo.
Se l’essere umano non si fosse organizzato in gruppi organici, in cui
ciascuno assolveva a una funzione assegnata, se non avesse sviluppato
appieno le possibilità del suo essere nel mondo, la specie umana sarebbe
rimasta allo stato preistorico puramente animale.
Il rifiuto della compartecipazione attiva, delle gerarchie naturali e
delle funzioni comunitarie non ha il senso di una liberazione, ma è un
arretrare rispetto alla pecualiarità umana e al suo destino. Aristotele
sosteneva che l’uomo è un animale politico, cioè è portato naturalmente
e sin dagli albori alla vita in comune. Il rifiuto di qualsiasi forma di
organizzazione sociale porta a una forma di libertà dell’individuo che
si riduce infine a egoismo, narcisismo e sterilità.
Tracciare il perimetro del proprio clan e della propria comunità diventa
l’atto fondamentale che serve a distinguere noi e loro, l’ordine
concreto degli uomini dal caos della natura. Natura che ogni agricoltore
conosce nella duplice veste di madre e distruttrice. Essa da frutti ma
anche aggredisce continuamente le costruzioni e i solchi tracciati
dall’uomo, il quale è impegnato in una costante lotta con gli elementi.
Da quanto detto si capisce il senso dell’insegnamento antico. L’uomo è
un albero. Cresce e da frutti quando è radicato in un territorio.
L’organismo prospera ed è sano quando compartecipa del mondo
armonicamente, in un equilibrio sempre minacciato. Perciò l’uomo
attraverso la sua opera primordiale ha conosciuto il significato del
prendersi cura dei suoi simili e dell’ambiente circostante, inserendosi
attivamente in un equilibrio naturale e del tutto spontaneo.

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