Il sistema democratico
attuale è con tutta evidenza il governo di pochi ricchi e potenti su
moltitudini impotenti. Il mezzo con cui la politica oggi neutralizza ogni
possibilità di azione e di reazione è la delega. Attraverso la pratica
capillare e abitudinaria della delega il cittadino si sente protetto e curato
nei suoi interessi dal sistema, quando in realtà viene sollevato da ogni concreta
capacità di svolgere un ruolo attivo nel mondo. La democrazia ha quindi
conseguito al massimo grado il livellamento dell’essere umano, annientando le
differenze legate alle competenze e ai ruoli nella comunità, poiché non esiste
più una comunità ma soltanto una società di singoli individui.
La politica democratica
è conservatrice perché compie tutti i passi possibili e necessari al
rafforzamento del sistema e alla sua diffusione, è progressista perché annienta
le tradizioni e le differenze essenziali. La prospettiva con cui la democrazia
guarda al passato distorce ogni cosa a suo uso e consumo, perciò tutto quello
che nell’ambito politico non può essere considerato utile al modello imperante
finisce col cadere nella poco chiara classificazione di “dittatura” o
“tirannia”. Senza però chiarire a fondo cosa queste parole significhino e cosa,
nel momento storico preciso di cui di volta in volta si tratta, realmente
significassero. L’interpretazione del passato deve sempre tenere conto del
punto di vista degli uomini dell’epoca, e non
fondarsi esclusivamente sulle norme morali dell’osservatore
contemporaneo.
In quest’ottica, qualsiasi
reale concezione di comunità finisce per essere considerata una minaccia al
sistema politico imperante. Ovviamente esso tenterà di infiltrarsi con la sua
morale, il suo linguaggio e le sue idee, e infine farà di tutto per riassorbire
all’interno del suo meccanismo ogni nuova potenziale anomalia. Non sono
possibili compromessi.
La necessità di
affrancarsi dal controllo e di poter prendere le decisioni che contano in prima
persona è un impulso che viene sempre più sentito in quelle fasce di popolazione
che per il lavoro faticoso, lo stipendio basso e le condizioni di vita talvolta
difficili, non si sentono di dover essere grati in nulla al sistema
attuale. I suoi errori e le sue infinite
falsità saltano gradualmente agli occhi, e in un modo o nell’altro uomini e
donne tentano di affrancarsi dalle leggi e dalla morale facendo da sé, dandosi
una propria legge.
Il bisogno più forte e a
cui si tenta di dare risposta è quello di sentirsi parte attiva del mondo in
cui si vive, avere un ruolo e uno scopo.
Gli esseri umani secondo la visione ugualitaria non possono in fin dei conti
avere ruoli che non siano intercambiabili, nessuno è indispensabile e ognuno è
un numero. Al contrario, all’interno di una comunità ciascuno svolge una
funzione a seconda delle proprie capacità. Questa è l’applicazione della norma
romana suum cuique, a ciascuno il
suo. Questa è la reale giustizia. Perciò si parla di comunità organica quando,
come in un organismo sano, ogni parte compie il suo dovere coordinandosi col
tutto e secondo le direttive della testa.
Il clima dispersivo e
individualista delle città certo non aiuta, per questo spesso la ricerca di un
diverso modo di vita si accompagna a un risveglio di una dimensione estranea
alla civilizzazione quale oggi la conosciamo. È il risveglio del selvaggio e
dell’arcaico, di ciò che resta in attesa nel profondo dell’essere umano
sottoforma di istinti, intuizioni, idee. L’uomo traccia il perimetro della sua
nuova legge, del suo mondo da cui la civilizzazione resta esclusa e all’interno
tutto ruota attorno a un nucleo ristretto: la famiglia o il clan.
L’arcaismo del Centurion
Method rende obsoleto lo stile di vita capitalista e l’accumulo della ricchezza
improduttiva a cui siamo abituati. L’insegnamento chiave, comprensibile a chi
davvero voglia rivoltarsi contro il mondo contemporaneo, consiste nel ridurre
ogni cosa all’essenziale - l’uomo e il suo mondo. Un ritorno attivo
all’origine, una restaurazione dell’ordine guerriero e dei legami comunitari
concreti. In questo consiste il nichilismo attivo che distrugge la
civilizzazione a favore di una barbarie forte e vitale. Se un sistema è un
meccanismo, una comunità è invece un organismo - é una forma di vita che può
crescere e potenziarsi.
E l’unico modo per non
cadere nella trappola della piccola politica degli insetti affaristi, dei
finanzieri e degli usurai affittuari è un distacco totale dalla politica di
oggi, per costruire a partire dall’essere umano, a partire dal suo spirito. Il
mutamento inizia all’interno per poi riflettersi all’esterno. Perciò il CM è
una filosofia attiva, una dottrina dello spirito e del corpo, dove l’uomo viene
riscoperto come un tutt’uno e dove non esiste più la dualità cristiana. Una
superiore unione dei due elementi è possibile e grazie a questa avviene il superamento
della condizione attuale.
Riunirsi in luoghi
abbandonati o in zone selvagge, stabilire degli avamposti in cui condividere
l’allenamento o momenti di vita insieme, allevare una nuova forma di vita
umana, queste sono le necessità che specie la cosiddetta working class sente
dentro di sé. L’importante è partire, iniziare un percorso, facendo nascere i
piccoli potenti nuclei che a macchia di leopardo si diffonderanno nel mondo
decadente di oggi. Saranno i fuochi della rinascita.
Come stormi di uccelli
che lasciano il nido per andare in terre lontane, rigenerarsi e trovare climi
migliori, così questi gruppi di uomini si allontaneranno dalla civiltà per
ritemprarsi e ritrovare se stessi. Fino al giorno in cui faranno ritorno, per
rivendicare il regno che gli appartiene.
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