sabato 17 novembre 2007

Fiaccole nella notte


Il potere cerca, attraverso l'organizzazione dispersiva e alienante delle città, di prevenire il formarsi di gruppi rivoluzionari ed evitare così moti di rivolta. Si serve, altresì, di validi cagnolini, per mostrare falsamente che una voce di dissenso sia possibile.
Come si trova in Palahniuk è dunque necessario cercare situazioni aggregative energiche capaci di liberare la forza e risvegliare la mente addormentata. Ancora di più: organizzare spazi autonomi ed indipendenti come laboratori creativi di pensiero, arte, azione ecc. Utilizzo di tecnologie e sforzo fisico.
Una disciplina che si origina nella strada e si consolida nel ritrovo della comunità. Rendere solido un luogo e farne il ritrovo stabile per riunioni e creazione da cui partire, il tutto al motto di "rivoluzione continua", mai immobili, sempre dinamici.

sabato 20 ottobre 2007

Il dolore rende liberi


"Non c'è alcuna condizione umana che sia al riparo dal dolore." Così, lapidario, scrive Ernst Junger nel famoso saggio Sul Dolore. In un'epoca che anestetizza ogni cosa, che mette tutto al riparo dalla sofferenza e dal "male", la riscoperta del dolore sotto diverse forme è una mezzo di risveglio, uno schock capace di illuminare.
Chuck Palahniuk in Fight Club, Survivor e negli altri suoi romanzi, insiste precisamente su questo punto: non fuggire in paradisi artificiali e nell'immaginario benessere della non-fisicità, ma affermare con forza il corpo e la presenza materiale accettandone la parte più forte e costitutiva, il dolore.
"La natura di questa sicurezza consiste allora nel fatto che il dolore viene respinto ai margini per fare spazio a un benessere mediocre." Sempre Junger. Dunque la lisciva gettata sul dorso della mano, che brucia la pelle e acceca dal dolore, ha un senso e ciò che si dice in Fight Club lo si capice chiaramente. La forza del dolore consiste nella capacità di cancellare la morale borghese, annientandola con l'urto e il sangue. Questo è il tuo dolore. Questo è il tuo sangue e sta scorrendo a fiumi.
La morale protettiva, la "sicurezza" che tutti i borghesi cercano crolla in pezzi nel momento in cui un padre ammazza moglie e figlia o quando la bella e brava studentessa fà un macello nella sua bella casa a due passi dal centro città. Forse qualcosa non funziona, allora. Ma in fondo, queste cose a noi non capiteranno mai. Così pensa la brava gente. E quindi il cervello torna a dormire.
Ma il dolore è implacabile e s'insinua nella vita dell'uomo sin dalla sua nascita. Il parto è un grido insieme di dolore e gioia. Il giorno in cui si anestetizzerà questo stesso dolore il sistema protettivo democratico potrà davvero dire che "il dolore non esiste", ma fino a quel momento...
Yukio Mishima scrisse Sole e Acciaio dopo aver riscoperto la forza e il linguaggio del corpo. Questo però fu possibile soltanto attraverso il dolore del colpo inferto nella pratica delle arti marziali, nella fatica sotto il peso di acciaio in palestra o ancora nel freddo di una mattina di esercitazione militare. Una dimensione del tutto estranea a quella della quiete quotidiana a cui siamo abituati.
Bisognerebbe ragionare sul perchè l'educazione scolastica abbia così ridotto le ore di educazione fisica. Gli Stati Uniti d'America, forse uno dei pochi Stati ad avere ancora una qualche tensione guerriera, seppure distorta, danno ampio spazio a sport aggressivi e alla pratica sportiva in generale nei college e nell'istituzione scolastica. Significativo però come anche oltreoceano uno sport come la lotta libera sia sempre più marginalizzato e quasi "rieducato".
Su diversi piani agisce l'anestetico, sul linguaggio, sul pensiero, sul corpo e sull'educazione. Nuove aggregazioni in cui il dolore sia aggregativo forse costituiscono una risposta possibile.

lunedì 23 luglio 2007

Pronti al Fight?


La società contemporanea ha del tutto bandito la violenza. E lo ha fatto perchè ha paura del dolore, teme nel modo più vile stupido femmineo il dolore fisico. Ma il dolore è un qualcosa di costitutivo per l'uomo e l'urto muscolare non fa che risvegliare dal torpore membra e mente. D'altronde la nostra è la società del sonno totalitario, la società, come già dicevo nel primo post, in cui gli uomini vengono tenuti sotto controllo e viene loro tolta la vera libertà. La libertà implica rischio.
Non sto parlando della violenza gratuita, sto parlando però del coraggio che si sveglia nello scontro leale e rituale che in alcune occasione si rivela necessario. Conoscere se stessi significa conoscere i propri limiti anche fisici - quanto sopporti il dolore?
Il pogo guidato e dettato dal ritmo della musica di sottofondo è un rito tribale futurista in grado di risvegliare le forze primordiali dell'uomo e incatenarle a un ritmo, a una regola, a uno stile.
Ancora, l'arte marziale disciplina il corpo e lo prepara al confronto e al dolore. E prepara la mente ad essere lucida e calma nel momento dello scontro.
La violenza rafforza spirito e corpo, perciò non dobbiamo più rifiutarla o temerla ma, per dirla con Marinetti, considerarla argomento decisivo.

sabato 21 luglio 2007

Gazurmah il senza sonno


Mai avuto grande passione per i blog, sembrano infatti nella maggioranza dei casi un'espressione (un pò) narcisistica del nostro ego. Se ho deciso di aprire questo piccolo blog non è dunque per auto elogiarmi o peggio auto compatirmi. Mi piacerebbe soltanto approfittare di un luogo d'incontro condiviso per elaborare idee non conformi.

Il blog nasce su ispirazione dell'eroe marinettiano Gazurmah il senza sonno, di cui si parla nel bellissimo romanzo Mafarka il futurista. Preso dalla bellezza dei colori e dalla violenza delle situazioni di questa grande opera futurista mi sono appassionato alla figura eroica e tragica di Mafarka, il protagonista, e forse ancor di più all'incognita di suo figlio Gazurmah.
L'idea di un eroe senza sonno è forse quanto di più forte si possa contrapporre a una società che fa della pigrizia mentale e del sonno dell'uomo uno dei suoi pilastri. Il senza sonno è chi sempre opera, chi sempre attivo fa e crea, chi sempre sveglio veglia, pensa, elabora, comunica.
Il web è un'arma attraverso cui comunicare messaggi, e il web non dorme mai. Dunque, senza sonno.