lunedì 31 marzo 2008

Il tramonto e la rivolta



L'opera più famosa di Spengler, Il Tramonto dell'Occidente ha segnato un'epoca, e ha risvegliato, sulla scia degli scritti di Nietzsche, il mondo borghese dal torpore progressista. Spengler dice che la crisi e il tramonto della nostra civilizzazione sono necessari, in quanto naturale compimento della storia di ogni civiltà. Il tramonto è il destino dell'Occidente e non si può rifiutarlo.
Gli sforzi attuali per uscire da una crisi epocale che sembra irreversibile, paiono voler porre un freno a quel processo di disgregazione delineato dallo Spengler, senza però riuscire in modo efficace nell'intento. Il destino di una civiltà è però il frutto delle sue scelte, per stratificazione, il passato diviene sempre più determinante fino a restringere le scelte possibili. Ma la storia conserva ugualmente il suo carattere di possibilità.
Per un mondo che muore, infatti, è possibile che se ne prepari e anticipi un altro. In questo periodo storico tutto è confuso e mal definito, tuttavia il tramonto della civilizzazione è il tramonto dell'Occidente, cioè di quel mondo che si è fondato sulla visione egualitarista, e che in fin dei conti si sta dimostrando incapace di affrontare il suo destino storico. Perchè ha sempre ritenuto la storia una caduta nel male.
La storia conserva comunque la possibilità di rotture, e queste rotture di tipo temporale, capaci di sovvertire il proseguire del tempo, le chiamiamo rivolte. La rivolta irrompe nel qui ed ora e immette nel tempo storico lineare un principio nuovo ancora in formazione mitica. All'interno di un processo storico che appare irreversibile, si fa strada quindi una scelta storica di segno opposto, che proprio perchè accetta il destino della civilizzazione, riesce a prepararne il superamento. Come già scrisse Giorgio Locchi, l'Europa deve slegarsi dall'Occidente del mondo, deve cessare di essere ciò che non è. Assumere il suo destino di crollo significa accettare quanto nei secoli si è costruito storicamente, farsi carico del proprio passato per preparare una nuova aurora. Se l'Europa vuole accettare il suo destino, se vuole essere ciò che è, deve lasciarsi alle spalle l'Occidente, per compiersi appieno. Solo il compimento storico può garantirne il suo superamento. Ci stiamo trattenendo nel limbo dell'indecisione, quando invece è precisamente di una decisione storica che si ha bisogno.
La decisione storica che introduce un nuovo principio temporale, una concezione differente del tempo e dell'uomo, prepara una nuova origine e la prepara nel qui ed ora dell'atto di rivolta contro la concezione egualitaria consolidatasi nel tempo. Emerge comeun germoglio che spacca la nera terra, per consolidare poi, se capace di resistere alle intemperie e alle sferzate delle stagioni, una nuova pianta e dei nuovi frutti.

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